La “malattia professionale” è una patologia causata da un rischio presente all’interno del luogo di lavoro che agisce lentamente e progressivamente sull’organismo. Le malattie professionali sono dunque tutte quelle lesioni in rapporto causale o concausale con un fattore di rischio lavorativo.
Lo Studio è dal 1979 specializzato nel fornire assistenza civile, penale e previdenziale, ai lavoratori colpiti da malattie professionali, avendo avuto sempre ruoli di primo piano in alcuni dei maggiori processi italiani in questo ambito (tra i più recenti i processi c.d. “FIAT”, TEKSID, “S.I.A.”, “PHILIPS”, “Ferrovie dello Stato”, “Eternit”, “Eternit bis” e “Olivetti”, Pirelli e Michelin).
Lo Studio si occupa di aiutare il lavoratore e/o i suoi congiunti nella difficile ricostruzione dei possibili rischi a cui è stato esposto e del legame fra questi e la malattia da cui è affetto; lo Studio inoltre è in grado di svolgere direttamente ricerche ed investigazioni, potendo contare su di una banca dati di oltre 1000 processi nei più diversi ambiti lavorativi, che copre oltre 100 aziende pubbliche e private. L’assistenza fornita dai nostri professionisti comprende anche la raccolta delle prove emerse in processi penali rispetto alle condizioni di lavoro in centinaia di diversi stabilimenti.
E’ questo patrimonio di esperienze ed informazioni che consente allo Studio di fornire ai propri assistiti tutti gli elementi necessari a valutare consapevolmente eventuali iniziative giudiziarie volte al concreto risarcimento dei danni subiti.
Una malattia per poter essere definita “professionale” deve essere stata contratta nel corso ed in conseguenza dello svolgimento di una determinata attività lavorativa. Vi deve pertanto essere un rapporto causale o concausale tra le lavorazioni svolte e le sostanze con cui si è entrati in contatto e la specifica patologia insorta o che ha causato il decesso del lavoratore. La natura professionale di una malattia è ammessa anche in ipotesi di concorso di fattori di rischio extra lavorativi.
In Italia le malattie professionali vengono suddivise in due gruppi
Per quanto riguarda il riconoscimento delle malattia professionali da parte dell’INAIL in Italia esiste un sistema chiamato “tabellare”.
Ne fanno parte tutte quelle malattie che la Legge inserisce in determinate tabelle previste a livello normativo e che prevedono da un lato una serie di attività lavorative, dall’altro un elenco di patologie che da tali lavorazioni possono derivare. Per quanto riguarda tali affezioni, il lavoratore non è tenuto a dimostrare l’origine lavorativa della malattia, poiché è sufficiente che egli provi di essere stato impiegato nell’attività prevista dalla tabella (o comunque di essere stato esposto a un rischio ambientale derivante da tale attività) e di aver contratto la suddetta malattia.
Esempi di Malattie tabellate
Poiché non incluse nelle predette tabelle. Nel caso in cui un lavoratore contragga una malattia professionale non elencata, per ottenere il riconoscimento dell’origine professionale da parte dell’INAIL, dovrà dimostrare il nesso di causa tra l’insorgenza della malattia e l’attività lavorativa svolta.
In altre parole, sarà necessario provare che la patologia di cui soffre, pur non essendo prevista nelle tabelle, è comunque stata causata dalle mansioni alle quali è stato assegnato o dalle condizioni ambientali in cui ha svolto il suo lavoro.
Per quanto riguarda il riconoscimento delle malattia professionali da parte dell’INAIL in Italia esiste un sistema chiamato “tabellare”. Ne fanno parte tutte quelle malattie che la Legge inserisce in determinate tabelle previste a livello normativo e che prevedono da un lato una serie di attività lavorative, dall’altro un elenco di patologie che da tali lavorazioni possono derivare.
Per quanto riguarda tali affezioni, il lavoratore non è tenuto a dimostrare l’origine lavorativa della malattia, poiché è sufficiente che egli provi di essere stato impiegato nell’attività prevista dalla tabella (o comunque di essere stato esposto a un rischio ambientale derivante da tale attività) e di aver contratto la suddetta malattia.
Poiché non incluse nelle predette tabelle. Nel caso in cui un lavoratore contragga una malattia professionale non elencata, per ottenere il riconoscimento dell’origine professionale da parte dell’INAIL, dovrà dimostrare il nesso di causa tra l’insorgenza della malattia e l’attività lavorativa svolta.
In altre parole, sarà necessario provare che la patologia di cui soffre, pur non essendo prevista nelle tabelle, è comunque stata causata dalle mansioni alle quali è stato assegnato o dalle condizioni ambientali in cui ha svolto il suo lavoro.
La diagnosi di malattia professionale viene fatta tramite accertamenti medico-sanitari che consentono di individuare la natura della patologia, oltre che attraverso lo studio dei fattori di rischio a cui il lavoratore è stato esposto nel corso della propria attività lavorativa.
Dopo aver conosciuto la diagnosi si deve inoltrare all’INAIL la denuncia di malattia professionale con allegato il certificato medico di sospetta natura professionale in modo da avviare il procedimento che consente all’Istituto di accertare se il richiedente ha diritto alle prestazioni economiche previste dalla legge.
Il coniuge superstite che chiede la rendita vitalizia dovrà procedere in maniera analoga allegando la documentazione lavorativa e sanitaria che consenta all’Istituto di valutare l’esposizione lavorativa al rischio di ammalarsi e la natura della patologia che provoca la morte.
Dopo aver ricevuto la domanda, l’INAIL avvia una prima fase amministrativa di accertamento attraverso i propri organi di consulenza tecnica (medica e di igiene del lavoro). Se, all’esito dell’indagine condotta, l’Istituto ritiene che sussistano gli estremi per riconoscere la natura professionale della malattia o del decesso del lavoratore procede ad erogare le prestazioni in favore di coloro che ne hanno diritto (il lavoratore se vivente o il suo congiunto qualora deceduto).
Qualora l’Istituto non riconosca la malattia professionale è possibile rivolgersi al Tribunale Ordinario in funzione di Giudice del Lavoro per chiedere che sia il Giudice a stabilire se la malattia o lo morte del lavoratore siano da ricondurre ad una causa professionale.
In caso di infortuni mortali, i familiari della vittima hanno il diritto di ricevere un risarcimento dall’Inail come danno patrimoniale, ma anche dall’azienda per i danni da sofferenza morale e per gli ulteriori non liquidati dall’INAIL.
Si tratta della Rendita ai superstiti, ovvero una prestazione economica, non soggetta a tassazione Irpef, erogata ai superstiti dei lavoratori deceduti a seguito di un infortunio o di una malattia professionale.
Casi ed esiti giudiziari trattati dallo Studio D’Amico nell’ambito dei risarcimenti per Malattia professionale.
Avrai a disposizione un Consulente specializzato in Medicina Legale e delle Assicurazioni che valuterà i danni fisici temporanei e/o permanenti.
Non dovrai anticipare nessuna spesa: il corrispettivo per l’attività da noi svolta sarà dovuto solo a risarcimento ottenuto.
Possediamo la conoscenza approfondita di requisiti e procedure per richiedere e ottenere il dovuto risarcimento di tutti i danni da te subiti.